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Gichin Funakoshi

Il primo Maestro di Okinawa a insegnare regolarmente in Giappone fu Choki Mobutu, fin dal 1910. Era illetterato e quindi poco adatto a rispondere alle esigenze dei giapponesi. Forse furono proprio i suoi rapporti sulla situazione e le sue analisi sulle possibilità a convincere l'associazione dei Maestri di Okinawa, ormai legati alla Pubblica Istruzione a formulare un piano promozionale per le Ryu Kyu (arcipelago di isole a sud del giappone la cui maggiore è Okinawa ndr.) che prevedeva di mandare sul territorio metropolitano l'uomo adatto a sviluppare l'antico Tode. Fu scelto nella rosa dei candidati Gichin Funakoshi proprio perché era professore di scuola, letterato e calligrafo.

Storia di un grande Maestro

Gichin Funakoshi nacque a Shuri nel distretto di Yamakawa-Cho, nel 1869 e muore nel 1957. Unico figlio di una modesta famiglia, cominciò la pratica quindicenne col suo professore di scuola, che era il figlio del Maestro Azato, prendendo lezioni di notte. Allora l'insegnamento era impartito a piccoli gruppi di due o tre persone e non a classi numerose e valeva il precetto "un kata in tre anni". La tecnica di Funakoshi fu soprattutto debitrice al Maestro Itosu, ma l'austerità dell'allenamento gli derivò proprio da Azato. Dopo diversi anni di duri allenamenti con diversi Maestri, Funakoshi partecipò, nel 1906, ad una dimostrazione pubblica in Okinawa davanti ad alcuni rappresentanti del governo nipponico. Meravigliati, questi ultimi, comunicarono il tutto all'imperatore; Funakoshi fu allora invitato a Kyoto e successivamente a Tokyo dove sbalordì i presenti ed in particolare il principe ereditario Hiro Hito. Spinto da varie parti Funakoshi si stabilì definitivamente a Tokyo.

I primi tempi del Maestro Funakoshi a Tokyo furono duri; per vivere faceva il guardiano di un dormitorio per studenti, il giardiniere arrotondando con lezioni di calligrafia. La sera insegnava poi ricopriva il posto di insegnante in un liceo. Nel 1924 fondò il primo club universitario a Kaio poi a Ichiko, Università di Tokyo e nel 1927 a Waseda, Takushoku e Sho-dai. Funakoshi visse sempre solo, anche quando lo raggiunsero i suoi figli. L'insegnamento si svolgeva tradizionalmente attraverso Kata e Bunkai, secondo la regola di "Hito-kata san men" (un kata in tre anni). Ma dal 1927 cominciarono i problemi: tre allievi insegnanti Miki, Bo e Hirayama, introdussero nelle loro classi il Kumite (combattimento) utilizzando proiezioni di Kendo e tecniche di Ju-jitsu nell'intento di aprire la pratica a una visione più libera: Funakoshi li rinnegò e non volle più vederli.

Tra il 1926 e il 1930 Funakoshi diede un grande impulso alla diffusione del Karate e consolidò ulteriormente in Giappone la sua fama di esperto. Le Università furono le principali sedi in cui il Karate fu studiato e approfondito, subendo l'influsso di una matura ricerca filosofica e di una moderna ed evoluta metodologia di allenamento.

Nel 1930 Yoshitaka Funakoshi sostituì il padre all'università di Waseda. Infine un comitato promotore curò la costruzione del dojo SHOTOKAN nel quartiere di Meijuro. Shotokan significa "Casa delle onde di pino" che è uno pseudonimo letterario del Maestro.

Il Maestro Funakoshi aveva ormai 67 anni e presto lasciò la direzione dello Shotokan a Yoshitaka, dopo aver codificato tecniche e kata dello "Stile Funakoshi" che prenderà nel mondo il nome di Shotokan.

Yoshitaka modificò sostanzialmente tutto e il padre lasciò fare. Egli aggiunse alla pratica del Karate il Kumite, la graduazione Kyu/Dan di origine giapponese e alcuni concetti della tradizione marziale del budo (la ''via'' del Guerriero). (Furono studiate e potenziate le posizioni basilari del Karate, rendendole più basse e stabilì in modo da sollecitare i muscoli delle gambe con uno sforzo controllato; inoltre si scoprì l'effetto che la rotazione dell'anca produceva sulle tecniche di pugno e di calci, costatando che tale azione manifestava un sensibile incremento nella potenza con cui le tecniche venivano eseguite.) Queste nuove conoscenze vennero incluse nei kihon (tecniche di base) del Karate Shotokan. Per cui, dopo il 1936, i kata furono riveduti e corretti, per renderli più congeniali al dinamismo del nuovo stile.

Venne la seconda guerra mondiale, disastrosa per il Giappone, il dojo venne raso al suolo dai bombardamenti, Yoshitaka morì di tubercolosi, gli americani proibirono le pratiche di combattimento, la moglie del Maestro fu deportata a Okinawa e morì due anni dopo in Giappone.

Nonostante fosse ormai vecchio e stanco, nel 1948, il Maestro tornò ad insegnare a Keio e Waseda. Nonostante avesse ostinatamente rifiutato di accettare le gare, non seppe imporsi ai suoi allievi i quali pur riconoscendogli la leadership della Japan Karate Association non ne seguivano gli insegnamenti.

Il Maestro Gichin Funakoshi morì il 26 aprile del 1957 sulla sua pietra tombale vennero incise le parole:

"KARATE NI SENTE NASHI"
(nel Karate non attaccare mai per primo)

 

Il Maestro e il Suo Stile

 

G. Funakoshi inizia a praticare il karate verso l'età di 12 anni sotto la direzione di Anko Asato, uno dei più brillanti discepoli di Sokon Matsumura, e poi un pò più grandicello con Anko Itosu, anche egli allievo di Matsumura.

Con entrambi i maestri l'allenamento si svolgeva nel modo tradizionale cioe' con la pratica quasi esclusiva dei kata.

Funakoshi vuole dapprima studiare medicina ma poi A 21 anni, G. Funakoshi diventa insegnante a tempo determinato in una scuola elementare della città di Naha, ruolo che coprira per oltre trent'anni

Nel 1921, il Principe imperiale, in viaggio verso l'Europa, si ferma a Okinawa. E' un avvenimento eccezionale. In questa occasione G. Funakoshi è incaricato di dirigere una dimostrazione di karate fatta dagli scolari. Un anno dopo questo avvenimento, viene organizzata a Kyoto una dimostrazione, e fra tutti i candidati viene scelto proprio Funakoshi, che proprio grazie alla sua esperienza di insegnante è il più adatto a per presentare il karate di Okinawa, e dopo avere parlato del karate si esibisce insieme a Shinkin Gima, in Kushanku, e Naihanchi e in un combattimento. Egli pensa di ritornare a Okinawa dopo queste dimostrazioni.

Ma J. Kano, fondatore del judo, che ricopre importanti funzioni al ministero dell'Educazione, lo invita a tenere una dimostrazione nel suo dojo Kodokan, a Tokyo, ed in seguito gli chiede di restare in giappone per insegnarvi la sua arte.

Funakoshi accetta e il lasciando lavoro di insegnante si trasferisce permanentemente a tokyo dove Non avendo alcuna risorsa inizia a lavorare come portinaio in un pensionato per studenti originari di Okinawa, dove gli viene data una camera di "tre tatami" in pratica 5 m,inizia ad insegnare karate proprio nel pensionato a pochissimi allievi, Tuttavia, nel giro di due o tre anni, il numero di allievi comincia ad aumentare,espandendosi addirittura a diverse università che formano dei club di Karate.

Nel 1938 nasce ufficialmente il Dojo dello Shotokan, dal sogno di tutti gli allievi che si erano autotassati a questo scopo.

Fu scelto il termine shotokan dal soprannome di Funakoshi : shoto che significa "vento tra i pini" proprio perchè funakoshi amava fare delle lunghe passeggiate nelle pinete vicino Il castello di Shuri dove nacque.

shoto   

Funakoshi ormai non molto giovane chiede l'aiuto di suo figlio Yoshitaka che si era preparato fin da ragazzo a divenire il suo successore. Con l'influenza di Yoshitaka lo shotokan subisce molte variazioni (le posizioni si fanno più ampie e basse, i calci divengono più laterali e circolari, molte tecniche e kata vengono modificati).

Esiste anche una sostanziale aggiunta che Funakoshi padre non accettò mai e cioè la pratica del combattimento libero, egli era seguace del detto un kata "in tre anni" e quindi il suo allenamento era principalmente incentrato sui kata.
Nel 1945 il dojo Shotokan, sette anni dopo la sua costruzione, è annientato sotto i bombardamenti americani; Yoshitaka si ammala gravemente. La guerra termina, lasciando il Giappone in un disordine desolante. G. Funakoshi, a 77 anni, lascia Tokyo per raggiungere sua moglie che si era rifugiata a Oita (nel sud del Giappone).

Essi si ritrovano dopo una lunga separazione e vivono insieme coltivando da soli della verdura e raccogliendo molluschi e alghe in riva al mare. La vita non è certo facile, ma finalmente sono insieme. Due anni più tardi, nel 1947, sua moglie si ammala improvvisamente e muore poco tempo dopo.

Nel 1947 Yoshitaka, , il figlio al quale aveva affidato lo Shotokan, muore stroncato dalla tubercolosi che porterà via con lui anche molte delle sue modifiche.
 

G. Funakoshi, ha l'impressione di aver perduto tutto con la guerra. Tuttavia gli studenti hanno ripreso l'allenamento all'università, pian piano tutti i sopravvissuti alla guerra ritornarono, e fu fondata nel 1949 la JKA con a capo G. Funakoshi, ritornato a Tokyo da Okinawa l'anno prima.

Sembrava che finalmente i praticanti si fossero messi d'accordo su cosa doveva essere lo shotokan, ma il sogno di stabilità si perse ai primi degli anni '50 quando nacquero dei conflitti sul modo di praticare lo stile e sull'organizzazione stessa della JKA

In quello stesso periodo i praticanti si separano in diverse organizzazioni: quelli che restano alla JKA, con tecniche kata che vengono eseguiti con gesti ampi, il corpo in posizione bassa, le gambe ben divaricate, con un'espressione di potenza e una certa estetica del movimento. Con variazioni di ritmo - come: rapido, lento, con tempi di pausa.

Esistono anche vari modi di praticare anche nelle università, tra queste ricordiamo la Keio, I suoi aderenti danno molta importanza alla pratica del combattimento in stile J.K.A.; tuttavia praticano i kata esagerandone meno le espressioni di dinamismo. La posizione del corpo è più alta, le gambe sono meno divaricate, i movimenti tecnici sono più piccoli, cosa che rende questo stile meno spettacolare di quello della J.K.A, ma che tuttavia è il modo di praticare più vicino a quello di Gichin Funakoshi.

Esiste anche lo Shotokai che rappresenta un gruppo indipendente dello Shotokan che pian piano ha modificato, ma non stravolto, le tecniche e i kata rispettando comunque le idee base dello Shotokan e del suo Fondatore.

 

Cos'è il Karate

Lo Stile Shotokan
Il Dojo - DojoKun - Rei
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Approfondimenti

 
La storia del Karate
Le Scuole Antiche
Gli Stili del Karate
Gikin Funakoshi
Niju Kun - Precetti
Kihon - Kata - Kumite
Kata Shotokan
Dizionario dei Termini
 

 
 

   Sul’isola immersa nel sole del sud caduta è dal Cielo l’arte della mano nuda, che mi preoccupa, perchè non deve spegnersi, chi vorrà  farla sopravvivere e fiorire? Davanti al cielo azzurro io assumo l’impegno.           

 

   Come la superficie levigata di uno specchio riflette qualunque cosa le stia intorno senza distorsioni e una valle silenziosa riecheggiano anche rumori più deboli, allo stesso modo lo studente di Karate deve rendere vuota la mente da egoismi e debolezze

 

   Ciò che avete imparato ascoltando le parole altrui lo dimenticherete rapidamente;

ciò che avete imparato con tutto il vostro corpo lo ricorderete per il resto della vita

   Vengo a te con mani vuote.

Non porto armi, ma se sarà costretto a difendere me stesso, il mio onore od i miei principi, fosse questione di vita o di morte, giusta o sbagliata che sia, allora ecco le mie armi….. le mani nude

   Il Karateka deve lottare per essere umile dentro e gentile fuori

   Lo scopo delle arti Marziali è sempre stato quello di difendere se stessi, e non di attaccare gli altri

   Uno spirito un cuore ed una mente che si rinnovano ogni giorno. Questa é la via del Karate, il cuore di ogni giornata, lascia il tuo egoismo

ed in ogni situazione, sia triste, sia lieta, mantieni il tuo equilibrio interiore, non dimenticarlo mai

   Chi conosce gli altri è sapiente, chi conosce se stesso è illuminato, chi vince gli altri è potente, chi vince se stesso è forte

   E'quindi importante per tutti gli insegnanti non fermarsi su quello che hanno appreso, ma cercare di evolversi, facendo tesoro anche delle moderne conoscenze, e delle nuove metodologie di  insegnamento  

        

Gichin  Funakoshi

ASD Shuri-Te - Centro Studio Arti Orientali - Via Oratorio n° 12 - 37049 - Villa Bartolomea (VR)