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Scuole Antiche

 

 

Schema Storico

 

Scuola

Fondatore/successore

SHUIDI RYU, situata nella regione di Shuri ad Okinawa SOKON MATSUMURA(1809-1896)
  ANKO ITOSU(1830-1915)
TOMAIDI RYU, nella zona di Tomari Kosako MATSUMORA(1829-1898)
NAFADI RYU, sorta nella zona di Naha Kanryo HIGAONNA(1853-1915)
UECHI RYU, fondata alla fine del secolo Kenbun UECHI(1877-1948)
SHOTOKAN

Gishin FUNAKOSHI(1869-1957)

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SHORIN RYU

Chosin CHIBANA

Choki MOTOBU

Iasukichi ARAGAKI

Chotoku KYAN

SHITO RYU Kenwa MABUNI(1889-1952)
GOJU RYU Chojun MIYAGI(1888-1953)

 

 

Determinare con esattezza quali siano le reali origini del karate risulta ancora oggi molto difficile, a causa del metodo di trasmissione delle conoscenze tipico della cultura orientale, molto legata al segreto e alla tradizione orale. Esistono diverse correnti di pensiero. In seguito esamineremo tre filoni...

Daruma Taishi (Bohdidharma)

 

E' comunemente accettato che le origini del Karate sono da trovarsi nell'India del 525 a.c. Il credito è attribuito a un monaco buddista chiamato Daruma Taishi, conosciuto anche come Bohdidharma, che era il terzogenito di un re e un brillante studente dello Zen (28° patriarca buddhista in linea diretta da Kasyapa discepolo di Buddha, I° patriarca zen).
Fantasia popolare, storia e leggenda narrano la sua vita e le sue imprese. Di abbastanza certo vi è che Darauma Taishi visse alungo in un tempio: lo Shaolin-szu, "il monastero della giovane foresta", luogo nel quale diffuse una versione personale della sua religione basata sul principio della fusione di corpo e spirito. A lui sono attribuite le tecniche respiratorie "I chin ching", volte allo sviluppo del "Ch'i", oggi denominato Ki, l'energia interiore. Nel tempio dì Shaolin il monaco finì le sue esperienze di lotta indiane, fondendole con quelle del Kempo cinese: naque cosi il metodo denominato Shaolin-szu Kempo. Questa leggenda è stata tramandata di padre in figlio, non esistono documenti storici e, parimenti, non esiste una documentazione precisa, ma solo una storia abbastanza credibile, su come questa disciplina giunse ad Okinawa.
Daruma studiò le tecniche di attacco degli animali, degli insetti e le forze della natura, e, combinandole con uno speciale stile di respirazione, creò le basi per un leggendario sistema di combattimento senz'armi e di concentrazione mentale. In seguito Daruma costruì in Cina, nella provincia di Honan, il tempio Shao-Lin, e in quel monastero istruì altri monaci nel suo stile di lotta a mani nude, che si diffuse gradatamente attraverso l'Asia fino a raggiungere Okinawa, la Corea e la Mongolia. Verso il 1130 a.c. alcuni aspetti di questo stile vennero incorporati nelle discipline militari degli indigeni del geograficamente e culturalmente isolato Giappone.
Nel 1406 il famoso Sheo Hashi, della dinastia Okinawa, riuscì a riunire in un solo reame le isole Ryukyu, con capitale Shuri. Temendo eventuali ribellioni, vietò nel suo regno l'uso ed il possesso delle armi che furono tutte confiscate. Nel 1609 Okinawa divenne parte del dominio del clan Satsuma di Kyushu ed il divieto di portare armi fu rinnovato dal Daimo Shimazu, causa diretta di queste imposizioni fu lo sviluppo di un metodo di difesa personale a mani nude, il Kempo cinese, la via del pugno. Tale metodo fu importato nell’isola dai Sappushi, messi dell’imperatore della Cina della dinastia Ming (1368-1661) e fu denominato Okinawate, nome che ha mantenuto anche nei secoli Seguenti sino ai giorni nostri.
Siamo così arrivati alla nascita del Karate moderno. Il mese di giugno del 1922 nel quale il M Funakoshi (1870-1957) fu invitato dal fondatore del Judo, prof. Jgoro kano, a dimostrare la sua disciplina, Fu la prima occasione nella quale i Budoka giapponesi, ovvero i maestri ed i praticanti di Kendo, Judo e Ju Jitsu, poterono ammirare il karate. nuova disciplina che destò grande interesse e forte impressione. Funakoshi trovò subito in un altro grande maestro Hironori Ohtzuka, un valido alleato: Ohtzuka praticava Ju Jitsu Kempo, ma entrambi risentivano fortemente dell’influsso originale dello shaolin Kempo.
Le arti marziale dell'Asia erano insegnate raramente e rifinite in segreto, dato che la loro pratica era proibita in diverse religioni. Di conseguenza, si evolsero in base al posto e alla famiglia in varie scuole e stili, e una di queste fu il Kempo di Okinawa.

Il Karate di Gichin Funakoshi

Dal 1901, il Kempo fu insegnato apertamente a Okinawa a nel 1916, fu dimostrato in Giappone dal maestro Gichin Funakoshi. Qui, sotto il nome di Karate, le applicazioni pratiche del metodo vennero ulteriormente rifinite e unite alla filosofia Zen delle discipline giapponesi. La popolarità del Karate sia come arte marziale sia come sport si diffuse rapidamente in Giappone e oltre, contribuendo anche alla diffusione degli altri stili e delle altre scuole.
Il Karate è una disciplina attraverso la quale i praticanti possono trovare appoggi su cui impostare il proprio sviluppo spirituale e la propria conoscenza interiore. Inoltre, è anche un arte marziale, superando le considerazioni filosofiche di vita e morte, lotta e sopravvivenza. E' una pratica forma di autodifesa, che enfatizza (agli stadi iniziali) calci, pugni, bloccaggi e movimento del corpo. E' un attività fisica intensa, che beneficia direttamente la condizione mentale.

Il KyokushinKai

Il termine "Kyokushin" è formato da due parole giapponesi, Kyoku (ultima) e Shin ( realtà o verità dall'interno). Il simbolo riconosciuto internazionalmente del Kyokushin Karate, il Kanku, ha origine dal kata "Kana Dai". In questo gesto le mani sono alzate verso al cielo con le dita che si toccano. La figura interpreta le dita come le punte che implicano le cime, rappresentando i polsi come le parti larghe, che significano potere. Il centro rappresenta l'infinito e il cerchio che contiene le parti la continuità e il movimento circolare. E' proprio l'utilizzo di questo movimento circolare nell'esecuzione delle tecniche che contraddistingue il Kyokushin Karate dagli altri stili tradizionali di Karate, che si affidano al semplice movimento lineare.
Un altra caratteristica del Kyokushin Karate è che richiede ai suoi partecipanti un allenamento tenace, e un contatto reale nei combattimenti. Il Kyokushin karate-ka crede che questo contatto sia necessario per poter apprezzare la resistenza del corpo umano, lo spirito e per prepararsi ogni serio confronto. La parola "Osu" e la frase "osu no seidhin" (perseveranza sotto pressione) sintetizza efficacemente l'essenza del dojo kun, scritto da Sosai Mas Oyama e Eiji Yoshikawa.
La filosofia Kyokushin è altresì espressa in questa massima:
"..cento giorni di allenamento, un principiante; Diecimila giorni di allenamento, un Maestro."
Masutatsu Oyama

 

Sokon Matsumura

 

Il primo precursore del karate, così come lo conosciamo, risulta essere Sokon Matsumura, nato nel 1809 a Okinawa, isola principale dell’arcipelago delle Ryu Kyu. Tuttavia l’apparizione di quest’arte marziale a mani nude è legata ad avvenimenti risalenti a 500 anni prima, ovvero al 14° secolo, periodo durante il quale Okinawa intrattenne relazioni commerciali con la Cina. Fu durante tali rapporti che cinesi e okinawensi scambiarono delegazioni di soldati, commercianti e studenti, per periodi di 4-8 mesi consecutivi.
Con il passare del tempo venne introdotta ad Okinawa una forma di lotta cinese chiamata “kenpo” . In seguito si svilupparono diversi tipi di combattimento, alcuni dei quali cominciavano a presentare dei tratti in comune con il karate, la nascita del quale può essere attribuita all’evoluzione e all’unificazione di tecniche derivanti dall’Uchinadi (tecniche okinawensi) e il Toudi (tecniche cinesi).
All’inizio dell’era Meiji (1868, data di annessione dell’isola di Okinawa al Giappone), cominciò una rapida divulgazione del karate. La sua pratica si espanse fino ad essere assimilata all’educazione scolastica all’inizio del 20° secolo.

I Maestri del Tode di Okinawa

Il karate tradizionale ha le sue radici nel Tode, antica arte di combattimento corpo a corpo, senza l’ausilio di armi, che fu importata dall'antica Cina presso l'isola di Okinawa nel XIV secolo (testimonianza di questo è l’importante carteggio del Bubishi ritrovato nell’isola); a partire dal XIX secolo, i nobili e i contadini dell’isola arricchiscono e adattano alle esigenze del momento, l’arte del combattimento del Tode, in una serie di tecniche. Quest’insieme di nuove tecniche, prende il nome dai villaggi attorno a Naha, porto principale di Okinawa, in cui si studiano e si sviluppano.Nasce così lo Shurite, del castello di Shuri, quartiere generale e d'ordine pubblico dei clan feudali dell’isola (spesso erano i nobili mandati dal governo centrale di Tokyo); contemporaneamente si sviluppa anche il Tomarite, villaggio di pescatori e contadini governati dai clan locali.Le due scuole in ogni caso, non perdono mai il rapporto di scambio culturale e di confronto con le arti marziali affini, che continuano a svilupparsi nella stessa epoca in Cina. Infine sin dall’importazione del Tode continua a svilupparsi a Naha, nel quartiere cinese del luogo, il Nahate, che conserva una forte somiglianza e stile con l'arte marziale d'origine.

 


L’influenza dello Zen

All’inizio del XX secolo le tecniche di combattimento d'Okinawa avevano raggiunto un livello tale da poter essere considerate a tutti gli effetti delle vere e proprie arti marziali, (ruolo importante in questo lo ebbe la filosofia-religione dello Zen che contribuì ad arricchire di spessore tradizionale e filosofico delle tecniche di combattimento che in tempo di pace erano delle ottime terapie preventive per preservare la propria salute fisica e mentale). La decisione delle personalità del luogo come, Anko Itosu, di portare l’arte del combattimento a mani nude come disciplina fisica nelle scuole dell’isola e l’interesse dei giapponesi alle arti marziali di Okinawa, diedero nuovo impulso allo studio ed alla ricerca di un sistema d’insegnamento di queste arti marziali, che fosse adatto per essere fruito da una moltitudine di persone che non erano solo motivate da una necessità di autodifesa. La definizione di nuovi stili, perciò, tiene conto di queste esigenze; fra i nuovi maestri di inizio secolo, padri dei vari stili del Karate tradizinale, ricordiamo il maestro Gichin Funakoshi (R 1868-U 1957), capostipite dello stile Shotokan; egli fu quello che cambiò il nome dell’arte marziale, nota ai giapponesi come Okinawate, in Karate.

I motivi che lo indussero a cambiare il nome furono, in parte, politici e propagandistici (il Maestro Funakoshi fu noto come una persona di ottima diplomazia e capacità ad adeguarsi rapidamente); inizialmente per questo fu criticato dagli altri maestri contemporanei ma in seguito, comprese le motivazioni, si adeguarono al nuovo nome.
Lo stile praticato dal maestro Funakoshi, fu chiamato Shotokan; il nome fu dato dai primi allievi giapponesi che per gratitudine al lungo insegnamento ricevuto offrirono una casa al maestro Funakoshi (casa in giapponese si dice appunto Kan); e poiché in seguito gli allenamenti e gli insegnamenti si tennero nella casa del maestro, che era anche solito esercitarsi nella scrittura e nella poesie, firmandole con il nome d’arte di Shoto (da buon praticante del Budo e dello Zen), gli allievi, per onorare il nobile carattere del maestro, chiamarono appunto lo stile con Shotokan, cioè l’arte marziale di casa Shoto.

Lo Shotokan emerse completamente solo nel 1938, attraverso Yoshitaka Funakoshi, figlio di Gichin, dopo 15 anni di insegnamento del padre di un karate meno dinamico, che non evidenziava la lotta in modo così accentuato come nello Shotokan. Yoshitaka era però troppo giovane per aver imparato a fondo gli aspetti combattivi della scuola Jigen-Ryu, la più vicina alla Shotokan-ryu come concezione, il cui massimo esponente fu il maestro Azato, insegnante di Funakoshi Gichin. Si ritiene, quindi, seppur con qualche dubbio, che Yoshitaka abbia solo divulgato degli insegnamenti "specifici del sistema Azato" appresi da suo padre, che precedentemente scelse di non svelarli per timore che il karate potesse essere indebitamente usato come mezzo di aggressione.

Dopo la morte di Yoshitaka nel 1947 per tubercolosi, i membri dello Shotokan Dojo, distrutto durante la seconda guerra mondiale (successivamente ricostruito), tornarono nelle università dove già insegnò Gichin. Essi fondarono un'associazione chiamata Shotokai (unione dello Shoto), che insegnava il karate di Yoshitaka secondo i principi spirituali del padre. (questa lieve ma sostanziale differenza si può notare ancora oggi confrontando i due stili)
 

MAESTRI

     CHOSHIN CHIBANA (1885-1969)

Nacque a Torihori Mura (Shuri) e comincia la pratica del karate a 15 anni con Anko Itosu, suo unico maestro, con il quale rimane per 13 anni; all'età di 34 anni CHIBANA apre un dojo a Torihori e insegna lo stile di Itosu senza introdurre alcun cambiamento, e più tardi si sposta a Kumoji Mura (Naha) e nel 1929, sotto il dominio del barone Nakijin di Gibo Mura, rinominando il suo dojo TODE KENKYU SHO.
Nel 1935, battezzò il suo stile con il nome di Shorin Ryu, adottando i kanji "piccola foresta", i quali potevano anche essere letti come "kobayashi", per poterlo differenziare dagli altri stili Shorin, come Matsubayashi, Shaolin, ecc…
Dopo la battaglia di Okinawa, Chibana si stabilisce nella penisola di CHINEN dove insegna karate fino al 1948, per ritornare poi a Shuri, e riaprire il suo dojo a Gibo. Più tardi aprì altre scuole anche a Jiku, Asato, Sakayamanchi e Mihara (tutte località di Naha) e a Yamagawa Mura (Shuri), passando da una località all'altra.
Dal 1954 al 1958 viene impiegato come istruttore di karate della polizia di Shuri. Nel Maggio 1956 viene fondata la OKINAWA KARATE DO FEDERATION di cui fu il primo presidente e socio fondatore; dimissionò 2 anni più tardi e creò la OKINAWA SHORIN RYU KARATE DO ASSOCIATION di cui divenne il primo Presidente.
Nel 1960 il giornale "Okinawa Times" gli conferisce il "Physical Culture Distinguished Services" e nel 1968 fu investito dell'Ordine Kunyonto del Tesoro Sacro dall'imperatore HIROHITO.
Morì di cancro nel 1969.
Egli era convinto che, essendo il karate un'arte marziale, non dovesse essere insegnata come sport o come esercizio fisico, pensiero che si esprime appieno nei suoi principi:
· Comprendere i kata, misurare il miglioramento fisico e sviluppare poco a poco, mediante la pratica, la propria forza.
· Nelle arti marziali la velocità è essenziale
· Con la pratica del karate la nostra visione delle cose diviene più precisa e il nostro corpo più potente

Principali allievi   Katsuya MIYAHIRA

 
 
 GICHIN FUNAKOSHI
 
Lo stile / scuola si è diffuso prima in tutto il Giappone e poi al di fuori delle frontiere dell'Asia, fino a divenire lo stile più diffuso ai giorni nostri anche in Europa.

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ANKO ITOSU (1830/32-1915/16)

Diretto successore di Matsumura, decise di trasmettere le sue conoscenze ad un pubblico più vasto ed introdusse delle modifiche allo scopo di facilitare l'apprendimento. Codificò quindi 5 kata di difficoltà progressiva (Pinan) e raccomandò vivamente le autorità prefetturali di insegnare il karate nei collegi in nome delle sue virtù psicologiche e spirituali, cosa che si realizzò nel 1902.

Nato a Yamagawa Mura, comincia molto giovane lo studio del karate con Matsumura e divenne segretario dell'ultimo re delle Ryukyu, Sho Tai, prima dell'abolizione della monarchia (1879).
Secondo Katsuya Miyahira, Itosu studiò karate per 20 anni con SHIROMA (GUSUKUMA) e con un cinese (di cui non si conosce il nome) che viveva a Tomari. Più tardi semplificò il kata Naihanchi (o Naifanchi), sviluppò il pugno avvitato (tecnica cinese) nella forma che ha assunto oggi e codifica i 5 pinan.
Chozo NAKAMA riporta invece che Itosu avesse appreso il kata CHIANG NAN da un cinese che aveva conosciuto a Okinawa e lo avesse poi modificato e semplificato ottenendo i 5 pinan(così ribattezzati per la difficoltà di pronuncia delle parole CHIANG NAN). Nakama riporta anche che Itosu avesse imparato il kata CHINTO da un certo Nakahara.
Hokoku Ishikawa (Shinpan Shiroma Shito Ryu) giunge invece alla conclusione che Itosu ha creato i pinan dall'analisi del kata KUSHANKU DAI.
Nell'Aprile 1901 Itosu introdusse l'insegnamento del karate all'interno delle scuole elementari di Shuri Jinjo come programma di educazione fisica: a tale scopo ridusse il rischio nella pratica eliminando le tecniche più pericolose, semplificò i kata e introdusse tecniche di attacco e parata.

Principali allievi

 

  SOKON MATSUMURA

Matsumura fu il primo "bushi" (esperto di karate) conosciuto nella storia

Sokon Matsumura nasce a Yamagawa Mura (città del dipartimento di Shuri, in quell'epoca capitale di Okinawa) nel 1809. Appartenente ad una famiglia nobile (Shizoku), porta un nome okinawense (Go Unyu Bucho) ed uno cinese (Buseï Tatsu), come voleva la tradizione.
Ebbe una forte passione per il karate e si dedicò alla pratica del Ti (sfortunatamente non si conosce il nome del suo maestro) fin da giovane,come molti altri giovani di Shuri, ed allo studio del Bo (bastone lungo) con Sakugawa SATUNUSHI (il quale aveva appreso quest'arte in China e si era successivamente trasferito ad Akata Mura): ciò lo portò a godere di una grande reputazione già all'età di 18 anni.
Dato che il suo allenamento, prevalentemente fisico, non lo soddisfaceva pienamente, si rivolse ad una ricerca di carattere spirituale, diventando adepto del buddismo "Jukyu" ed accostandosi all'arte della calligrafia. Il grande talento espresso dalle sue opere fu riconosciuto anche da Jahana UNSEKI. La sua grande intelligenza, la sua fortissima volontà, la sua tenacia e la sua lungimiranza fecero di lui un uomo di eccellente notorietà.
Il suo motto "Bun Su Ichi Nyo", esprime l'essenza del dualismo e al tempo stesso dell'unità che intercorre tra teoria e pratica. Non aveva ancora 30 quando divenne ufficiale del 17° signore Sho SEIO, servendo poi anche i monarchi successivi della dinastia "Shoen", ovvero Sho IKOU e Sho TAIO; durante tale periodo, precisamente all'età di 51 anni, egli si reca due volte in Cina come emissario reale, prima a FUCHOU, dove ha la possibilità di visitare molte scuole di Boxe Cinese e, grazie alle sue indubbie qualità umane, di allenarsi in una di esse con ASON e IWAH, appartenenti alla classe militare. Durante questo soggiorno visita anche il tempio Shaolin nel Fukien.
Il secondo viaggio lo portò a SATSUMA, dove viene iniziato all'arte della spada (stile Jigen Ryu o Jippen Ryu) grazie al maestro Yashichiro Ijuin o Ishuin. La peculiarità di questa scuola era costituita dall'utilizzo di tecniche semplici ma efficaci. Il maestro Ishuin gli rilasciò il diploma "Menkyo Kaïden" con la menzione "Kendo Kamae", in quanto la sua guardia evocava "la vigilanza del pescatore che tiene la sua lenza con tranquillità". Narra la leggenda che durante il viaggio di ritorno da un soggiorno in Cina, il suo battello si fosse imbattuto in una tempesta: mentre a bordo regnava il panico più totale, Matsumura mantenne la sua proverbiale calma e pregò tutta la notte. La nave, ingovernabile, andò alla deriva per molti giorni sotto la tempesta, prima di incagliarsi a Satsuma. Tutti i marinai e i passeggeri rimasero molto sorpresi e notarono con grande ammirazione il comportamento sereno di cui seppe dare prova.
Un po' di tempo prima che morisse, Matsumura presentò una lettera al suo allievo Ryosei Kuwae che a sua volta la passò al suo figlio maggiore. Questa lettera è di una certa importanza per conoscere meglio la mentalità del tempo ed è uno dei pochi manoscritti antichi di Okinawa rimasti intatti fino ad oggi.
Riconosciuto come un grande "Bushi"(specialista dell'arte marziale), ha lasciato un'importante eredità, costituita dai suoi precetti, che egli considerava fondamentali.
Matsumura morirà poi all'età di 87 anni, ma non si conosce completamente la sua evoluzione, in quanto molti documenti relativi all'epoca in cui visse sono stati distrutti durante la 2° guerra mondiale.

I precetti

Controllo di sé stessi e della propria violenza interiore
Capacità di instaurare una coesione (in famiglia, in gruppo)
Rispetto degli altri
Presa di decisione oggettiva
L'interesse a donare agli altri
L'unione per la pace e l'armonia
La possibilità di prosperare materialmente

La teoria e l'arte marziale, chiamate "Kun Bu", sono complementari e comportano 3 Buh Do (cammino della teoria dell'arte) :

"Shi Sho No Gaku": La deformazione di una conoscenza posseduta è guidata dal desiderio di farsi pubblicità per avere profitto.
"Kun Ko No Gaku": L'insegnamento è diffuso in maniera scorretta, per ignoranza, cercando soprattutto di valorizzare sé stessi.
"Jusha No Gaku": Seguire un cammino con una grande sincerità di cuore e un'attitudine corretta permette di chiarire la nostra vita (intesa anche come famiglia, società, paese) per trovare la felicità e la pace.

Per ciò che riguarda il Budo, è necessario tenere conto di altri 3 precetti:

"Gaku Shi No Bugei": Le tecniche sono praticate in maniera superficiale, senza cercare di approfondirle, al punto che viene ritenuta valida solo la teoria, e tale interesse porta all'acquisizione di un gran numero di tecniche e di kata, ma è inesistente la reale convinzione di attacco o difesa, escludendo la nozione marziale, riducendo la pratica a danza, con lo stesso "spirito delle donne", per usare un'espressione dell'epoca.

 
"Mei Mo Ku No Bugei": La strategia del combattimento o della tattica sono privilegiate a scapito dell'azione. E' onnipresente la sola volontà di vincere. Ciò può causare delle difficoltà interiori che si ripercuotono sulla famiglia con delle pesanti conseguenze.


"Budo No Bugei" La progressione è ricercata in maniera costante, senza lasciare spazio all'inerzia. Così l'influenza esercitata sugli altri è positiva. La calma e la serenità sono necessari in tutte le situazioni, in quanto questa tranquillità interiore può acquietare virtualmente un aggressore, come "l'uccello calmo davanti ad una tigre feroce".

Pensare agli altri, guidarli, rispettarli, conduce alla felicità: con tale spirito gli avvenimenti prendono un andamento positivo. E' necessario praticare con fiducia, senza avere dubbi.

Bisogna inoltre osservare determinate linee di condotta nell'insegnamento e nella pratica del Karate :

- Ogni forma di aggressione è esclusa: solo i bloccaggi e i contrattacchi possono diventare degli attacchi (Karate Ni Sente Nashi).

- La rabbia deve essere frenata prima che aumenti troppo. L'uso delle tecniche di Karate deve essere dosata e adattata per evitare il peggio.

 
Lettera di Matsumura

 

"Se volete praticare le arti marziali, dovete conoscerne il vero significato, perciò ho deciso di stabilire i fatti; vi prego di esaminarli attentamente;
Dunque, la via della sapienza e la via delle arti marziali hanno lo stesso scopo. Ci sono rispettivamente tre tipi di arti sapienziali e tre di arti marziali. Le tre branche della sapienza sono rispettivamente:
1. leggere, scrivere e fare di conto
2. l'esegetica
3. lo studio del confucianesimo.
Il primo tipo comprende la calligrafia, il comporre le parole in frasi e l'essere in grado di calcolare gli stipendi in riso come richiesto dalle persone importanti. L'esegetica è insegnare il senso del dovere appreso attraverso i classici cinesi, possedere la via alla conoscenza profonda e insegnare con l'esempio. Entrambe queste scuole sono note per essere esclusivamente letterarie, tuttavia lo studio del confucianesimo porta sincerità, purezza del cuore e senso del decoro in tutte le cose. In conseguenza di ciò, una buona amministrazione della propria casa (e anche del proprio paese) porterà ad una pace mondiale. Questa è la vera conoscenza, la conoscenza confuciana.
I tre tipi di arti marziali sono:
   1. quelli degli istruttori di corte
   2. gli stili nominali
   3. le vere arti marziali


Gli stili degli istruttori di corte sono praticati in modo molto insolito; i movimenti non sono mai gli stessi, informi e leggeri, diventano come quelli delle donne, sempre più simili ad una danza man mano che i praticanti maturano. I rappresentanti degli stili nominali non fanno pratica regolare, vanno e vengono qua e là pensando a come vincere, litigando e forse importunando la gente. Ma la cosa più grave è che essi causano danni fisici, facendo vergognare i genitori e la famiglia.
Con le vere arti marziali non verrete confusi, perciò pensate a come avere successo, controllate il vostro cuore e aspettate che il vostro nemico si trovi nello scompiglio; calmatevi e aspettate che il vostro nemico si agiti; afferrate il cuore del vostro nemico e lo sconfiggerete. Aumentando la vostra abilità verrà anche la particolarità, sarete capaci di fare ogni cosa, non sarete mai disorientati, conoscerete il valore della pietà filiale. Svilupperete naturalmente lo spirito di una tigre feroce e la rapidità di una rondine e sarete in grado di sconfiggere qualsiasi aggressore.
Un saggio ha scritto nel Chudokansha a proposito delle cosiddette "Sette Virtù Marziali": a chi pratica le arti marziali è proibito agire in modo indisciplinato; i soldati dovrebbero saper ammonire, farsi onore, aiutare la gente, e salvaguardarla, così che il popolo possa vivere in pace e in prosperità. Perciò sia lo studio sia le arti marziali contengono la via verso la verità. Gli stili degli istruttori di corte e gli stili nominali sono inutili, dunque studiate attentamente le vere arti marziali. Penso che dobbiate cogliere l'occasione di agire di conseguenza con riserbo, così che se praticherete avendo in mente i fatti che ho menzionato, è stato detto che il basso addome diventerà il magazzino della vostra energia. "

 

Principali allievi

 

Anko ITOSU (1830-1915)
Ryosho KUAE (1853-?)
Kentsu YABU (1866-1937)
Ghishin FUNAKOSHI (1869-1957)
Chuono HANSHIRO (1869-1945)
Chotoku KYAN (1870-1945)
Pechin ASATO
Pechin KYUNA
Pechin SAKIRA

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  KATSUYA MIYAHIRA

 

Alla morte di Chibana, Miyahira divenne il nuovo presidente dell' Okinawa Shorin Ryu Karate Association.
Miyahira fu allievo di Chibana dall'età di 15 anni e mentre studiava alla scuola primaria della prefettura di Okinawa, si allenò anche con Anbun TOKUDA(che all'epoca era istruttore di karate nella stessa scuola), allievo diretto di Itosu. Mentre lavorava a Naha, ebbe anche la possibilità di studiare il kumite con Chokki Motobu, che era ornato da Osaka.
Durante la seconda guerra mondiale, Miyahira lavorò come professore in una scuola della Manciuria, dove insegnava anche l'auto-difesa. Dopo la guerra tornò ad Okinawa e cominciò ad insegnare karate nel suo giardino a Kaneku Mura, facendo contemporaneamente da assistente a Chibana, nel dojo ad Asato.
In seguito si recò a TSUBOYA (Naha), aprì un dojo a GOEKU(Kosa) e insegnò il karate all'Università delle Ryukyu due volte alla settimana.
Nel 1956, costruì un dojo interamente in legno (che chiamò SHIDOKAN), sotto la sua casa di Tsuboya, dove insegna tuttora. I kata della sua scuola sono:

i 3 Naihanchi
i 5 Pinan
Passai Dai, Passai Sho
Kushanku Dai, Kushanku Sho
Chinto
Wankan(Okan), Wanshu
Seisan
Jion
Gojushiho

Egli insegna personalmente ai suoi allievi e include la meditazione prima e dopo ogni allenamento. Gli insegnamenti ricevuti da Chibana hanno incluso anche la pratica del Makiwara (bersaglio elastico per allenare i colpi - lett.: fascio di paglia).

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 CHOKKI MOTOBU(1871-1944)

 

Alcuni ritengono che Motobu avesse appreso il karate con Anko Itosu, Tokumine Pechin, e Kosaku Matsumora (e addirittura con Matsumura), ma Yochoku Higa afferma che egli non è mai stato allievo di nessuno.
A causa della relazione esistente fra Motobu e il Tomari, il suo stile potrebbe essere classificato come Tomari-te, tuttavia il suo insegnamento riflette più la sua personalità che uno stile ben definito.
Secondo Chozo Nakama, Chokki Motobu (o Motobu Saru, cioè Motobu "la scimmia", nome con il quale era universalmente conosciuto) nacque ad Akahira Mura Shuri, terzo figlio di Motobu UDUN, rinomato Anji. Il suo fratello maggiore Choyu, primogenito, ricevette, come voleva la tradizione, una buona educazione e l'insegnamento dei segreti del Ti della sua famiglia da suo padre, mentre Chokki, cui era stata negata un'educazione di questo tipo, crebbe assieme alla madre e ottenne la reputazione di essere un bambino turbolento.
Dopo aver appreso i primi rudimenti del Ti ed aver praticato a lungo e costantemente con il Makiwara, creò una forma di combattimento sua personale. Con grande coraggio decise così di visitare TSUJI, e ingaggiò duelli con uomini molto abili. Raramente perdeva gli incontri e, poco a poco, grazie all'esperienza acquisita nei numerosi combattimenti, adottò e sviluppò tutte le tecniche da lui utilizzate per creare il suo stile, guadagnandosi la fama di persona aggressiva, tanto che Itosu lo scacciò dal suo dojo, per la sua attitudine a voler essere sempre il migliore.
L'unico maestro disposto ad accoglierlo fu Tokumine PECHIN, famoso per la sua abilità nel karate, bujutsu, ma soprattutto per la sua attitudine ad ubriacarsi: infatti Motobu pagava un prezzo ragionevole per i suoi corsi serali, mediante il suo vasto assortimento di bottiglie di Awamori.
Tuttavia la situazione non durò a lungo, poiché Tokumine, avendo perfezonato al combattimento 30 agenti di polizia di Tsuji, fu considerato "persona non desiderata" dal magistrato locale e prontamente esiliato a Yaeyama. Su quest'isola viene ancora praticato il kata di Bo da lui codificato, il TOKUMINE NO KUN.
Nakama riporta che Motobu andò a chiedere di essere accettato come allievo a Kosaku Matsumora e, per evitare che la sua pessima reputazione lo facesse mettere alla porta subito, si presentò con il nome di sua madre, SESOKO. L'inganno non durò a lungo, ma Matsumora gli permise di rimanere anche dopo aver scoperto la sua vera identità.

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